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Gioia mia

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Gioia mia, ai miei anni
hai consegnato la denuncia
di un'insufficienza di vita. Vedi
qui non è una questione di corpi
qui la carne è ciò che amiamo del verbo:
il prodigio di dare alla parola
il suo accadere, tra la chiostra dei denti
e il tocco delle dita sulle lingue:
noi parliamo, traversando gli anticipi
degli occhi o delle mani, sotto le tue
io smarrisco ogni ragione, il peccato
di respirarti mi appare svanire
sotto l'impeto di un destino che avviene
simile a un visitatore notturno e inaspettato
epperò di grande prestigio
per la sua autenticità. Che dirti?
Tu mi dici l'amore e m'inchioda
al silenzio questo tuo dire. E un figlio
un nostro figlio già mi venne presentato
alla scelta di un nome; avrei dovuto
scegliere tra attesa, desiderato o timore
poi si abbassarono le palpebre e mi confusi
tra la profezia e il sogno. Gioia mia
qui è una trincea del cuore
e a ogni ora vedo in agguato una resa
o un'attesa che accada la felice disfatta.



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